Lo sapete dal post precedente, non entro in una sala di danza dall’ottobre 2020, ovvero dall’ultima lezione a cui ho partecipato prima che le scuole di danza fossero chiuse per legge.

Anche voi, lo so 🙁

L’entrata in vigore di quel nefasto dcpm per me non è coincisa con l’inizio di un programma di lezioni online da parte della scuola che frequentavo, come invece era accaduto in occasione del lockdown nel marzo 2020. Io di non danzare non ne volevo sapere e visto che la scuola non organizzava lezioni zoom senza perdere tempo mi sono messa a cercare un’insegnante di danza online.

Una settimana dopo aver mestamente salutato la sala ero già tornata a fare lezione, ma – attenzione! attenzione! – non nella modalità zoom di gruppo. In una modalità a me completamente nuova e più soddisfacente: la lezione zoom privata.

Prendere lezioni private era un desiderio che accarezzavo da tempo. Una coccola che mi sarebbe tanto piaciuto regalarmi.

Da dove nasce questo desiderio?

Per quanto un’insegnante sia brava rimane un essere umano dotato di soli due occhi, e durante una normale lezione di gruppo quei due occhi devono vagare tra un bel po’ di persone. 4, 8, 10, 20… più cresce il numero di allieve e più, per una mera questione di possibilità fisiche, diminuisce il tempo che un’insegnante può dedicare a una singola allieva. Se quella singola allieva fossi solo io i due occhi dell’insegnante sarebbero sempre posati su di me. Hai voglia tu a barare con quegli occhi esperti sempre su di te! Sì, mi piacerebbe avere quegli occhi esperti su di me per l’intera lezione. Vorrei che seguissero ogni mio movimento, ogni mio pensiero, ogni mio tentativo.

Ora, le lezioni di danza private in sala sono merce rara, se poi parliamo di danza adulti ancora più rare. La penuria di sale e i costi di affitto delle sale rende difficile se non impossibile averne una disponibile per lezioni extra rispetto al calendario settimanale della scuola. E se anche c’è una sala disponibile, magari perché è di proprietà della scuola o è affittata annualmente a forfait, potrebbe non esserci disponibilità di tempo da parte degli insegnanti. Ricordiamoci che sono essere umani… devono dormire anche loro, mangiare, lavarsi, e un po’ di tempo con la famiglia e con agli amici sarà giusto che glielo lasciamo, no?

Laddove ci sia una sala e un insegnante con del tempo in più c’è per l’allieva un problema di costi. Perché, ovviamente e giustamente, le lezioni one-to-one costano più delle lezioni di gruppo.

Per farla breve, non ho mai chiesto alla mia insegnante se facesse lezioni private perché ero certa di non potermele permettere 🙁

Poi è successo che un’insegnante me la sono dovuta cercare per forza sennò restavo ferma per mesi. E io, ve l’ho detto nel post precedente, di non danzare non ne volevo proprio sapere.

Allora vai di ricerche chiave “danza online corsi”, “corsi danza online adulti”, “danza classica adulti online”, “scuole di danza online” e innumerevoli variazioni sul tema. Avevo dato per scontato che avrei fatto lezioni di gruppo, anche se devo ammettere che non mi entusiasmava l’idea di inserirmi nel gruppo di un’altra scuola, già affiatato.

La sfiga però ha una strana capacità di partorire inaspettate fortune e così questo covid che ci ha scombussolato la vita ci ha anche regalato delle cose belle. Nel mio caso l’inaspettata fortuna risponde al nome di Martina Virgili.

Martina è una ballerina professionista. Ancora molto giovane, ha già collezionato un bagaglio di esperienze notevoli. Ha danzato in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. È stata premiata al Tirana Dance Festival. E insegna danza online a un prezzo accessibile.

Non mi sono fatta sfuggire l’occasione!

 

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L’ho contattata e ci siamo accordate per un pacchetto di 10 lezioni. Pagare a pacchetto anziché a singola lezione è stata una mia richiesta, temevo di perdere l’entusiasmo e abbandonare presto. Averle già pagate mi avrebbe spronata a farle, magari anche controvoglia: in questo modo mi costringevo a fare lezione. Il mio corpo non sarebbe rimasto totalmente a digiuno di danza!

È stata una precauzione inutile.

Il pacchetto è finito e l’entusiasmo non è minimamente scalfito. Anzi, a quel primo pacchetto ne segue subito un altro.

Grazie a Martina mi sono potuta concedere la coccola che tanto desideravo: un’insegnante di danza tutta per me, che mi segue con i suoi due occhi in ogni mio movimento, in ogni respiro, in ogni tentativo.

Certo, è una visione limitata a ciò che rientra nell’inquadratura della webcam. A volte non si vedono i piedi, a volte non si vedono le braccia. Eppure chi la danza la conosce bene riesce a capire come sei messa anche se ha di te una visione parziale. Non c’è esercizio che non si concluda senza un feedback. Le correzioni e i consigli fioccano in un modo che non sarebbe mai possibile in una lezione di gruppo, che sia in sala o online.

Così, nonostante la nostalgia canaglia che provo per la sala, la lezione online ha perso il gusto amaro del contentino. Com’è stato possibile? Non c’è contraddizione? No, perché non è possibile fare un paragone tra ciò che era e ciò che è: questa per me rappresenta un’esperienza completamente nuova, che mi posso concedere e godere grazie allo strano periodo che stiamo vivendo.

Nonostante le limitazioni dovute allo schermo (e alla mia personale insofferenza al rapporto mediato con le persone dovuta alle già tante ore che passo al computer per lavoro), un’ora di sbarra online con un’insegnante privata è il più bel modo per iniziare la giornata con il sorriso. Di più bello pensa esista solo un’ora di sbarra in sala con un’insegnante privata… un lusso che con molta probabilità non potrò mai permettermi.

Un’altra novità di questa esperienza è l’orario di inizio. Ho sempre visto la danza come la migliore conclusione della giornata perché è un favoloso antistress. Rogne lavorative? Cielo grigio? Commercialista da contattare? Tasse in arrivo? Gente che ti dà il tormento per sciocchezze? Un’ora di danza e passa la paura.

In quest’occasione ho ribaltato la prospettiva: perché aspettare il finale della giornata per essere felice?

La lezione con Martina inizia verso le 9. Ho il tempo di bermi il caffè della mattina con tutta calma, spostare i mobili del salotto per far spazio alla sbarra (leggi: una sedia), dare un’occhiata alla posta e stabilire le priorità lavorative della giornata. Quando finiamo infilo un maglione sopra al body e mi concedo una merenda di metà mattina. Di solito frutta, qualche volta confesso che mi sono concessa un dolce per gratificarmi. Poi doccia, calda, lunga; magari anche i capelli. Il phon, tutto il tempo che serve. Niente fretta. Il lavoro è di là e sarà lì sempre ad aspettarmi. (ho anche notato che lavorare dopo la danza mi rende più produttiva).

Certo, anche questa cosa dell’orario è possibile solo nelle particolari condizioni di questo periodo. Se dovessi andare alla sala perderei come minimo tra andare e tornare una mezz’ora, e se la lezione si svolge in uno di quegli orari bastardi né presto né tardi se ne va un’intera mattinata di lavoro. Lo so perché anni fa ho frequentato un corso di danza mattutino in sala, e l’ho mollato proprio per una questione di orari. Così, anche se faccio le cose con calma, riesco a lavorare prima e dopo la lezione.

So che un giorno io e Martina ci saluteremo. Anche se la considero un’insegnante fantastica: seria, simpatica, sensibile. Bravissima.

In cuor mio spero che sia lei a troncare per prima iniziando una lezione con la frase “Arianna, mi spiace, questa è l’ultima lezione che posso fare con te”. Vorrebbe dire che ha una valigia pronta per l’estero, magari gli Stati Uniti, dove l’attende una compagnia con cui tornare a danzare su un palcoscenico. È quello il suo posto, è giovane, ha passione, ha talento: non deve limitarsi a insegnare a una maldestra spuntata, non ancora.

Può essere però che accada l’inverso, che sia io a dirle “Mi spiace Martina, non posso più continuare”, perché dubito che sarò in grado di resistere al richiamo della sala di danza che riapre. A quel punto le lezioni a settimana torneranno a essere tre e non potrò permettermi di pagare sia l’insegnante in sala sia l’insegnante online.

Qualunque sia il finale di questa storia, io conserverò sempre un magnifico ricordo della mia prima insegnante di danza privata. Quindi dai, non tutta la danza online vien per nuocere.